Caratteristiche alla nascita e successivi rischi di malattia cardiovascolare materna: effetti di età gestazionale e crescita fetale
Gli studi disponibili che mostrano una relazione inversa tra basso peso alla nascita nella progenie e rischi materni di malattia cardiovascolare sono limitati dalla mancanza di informazioni sull’età gestazionale e/o da un insufficiente aggiustamento per fattori confondenti.
In una coorte nazionale svedese, sono state incluse informazioni relative a 923.686 donne e ai loro primi figli non-gemelli tra il 1983 e il 2005.
Mediante modelli a rischi proporzionali di Cox sono state studiate le associazioni tra lunghezza della gestazione, crescita fetale e casi incidenti di ospedalizzazione o decesso materni per malattia cardiovascolare ( coronaropatia, eventi cerebrovascolari e insufficienza cardiaca ).
Il rischio materno di malattia cardiovascolare è aumentato al diminuire dell’età gestazionale, mentre il rischio correlato a crescita fetale è sembrato essere riservato solo a bambini con un peso molto piccolo in relazione all’età gestazionale.
Rispetto alle madri con bambini a termine non molto piccoli in base all’età gestazionale, l’hazard ratio ( HR ) di malattia cardiovascolare è risultato compreso tra 1.39 e 2.57 nelle madri con bambini, rispettivamente, moderatamente e molto pre-termine.
È stata osservata una interazione significativa tra nascita pretermine e crescita fetale rispetto al rischio materno di malattia cardiovascolare ( P inferiore a 0.001 ).
Tra le madri con bambini molto piccoli in base all’età gestazionale, l’hazard ratio di malattia cardiovascolare è risultato compreso tra 1.38 e 3.40 in madri con bambini, rispettivamente, a termine e molto pretermine.
In conclusione, il parto di un bambino prematuro o piccolo rispetto all’età gestazionale è risultato associato a successiva ospedalizzazione o decesso della madre per malattia cardiovascolare anche dopo aver preso in considerazione fattori socioeconomici, fumo e complicazioni correlate alla gravidanza. ( Xagena2011 )
Bonamy AK et al, Circulation 2011; 124: 2839-2846
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